La fragilità della costa

17.09.2013 21:49

La spiaggia è mobile. La linea di costa è sempre stata in continuo cambiamento ed è andata avanti e indietro soprattutto a seconda dell’uso che si fa del suolo all’interno.

Alcuni mutamenti periodici in realtà sono naturali ma alcuni fenomeni sono difficilmente arrestabili nel breve termine, come quelli provocati dai cambiamenti climatici. La comunità scientifica internazionale è ormai unanimemente d’accordo nel considerare i cambiamenti climatici del pianeta non solo già in atto ma principalmente connessi all’alterazione degli equilibri naturali da parte delle attività umane. Tale riscaldamento avrà anche conseguenze sul mare, aumentandone il livello e la frequenza degli eventi metereologici estremi. Questo verosimilmente potrà accelerare l’erosione delle coste e provocherà notevoli danni, in termini economici e di qualità della vita alle popolazioni rivierasche.

Anche l’erosione delle spiagge sarebbe di per sé un fenomeno del tutto naturale che rientra nella dinamica tra forze del mare e ambienti costieri, così come lo sono le violente mareggiate che provocano l’erosione o la rideposizione ciclica delle sabbie nei tratti di mare antistanti.

Ma alcuni interventi umani hanno spinto, e stanno ancora spingendo a fondo il ‘piede nell’acceleratore’ del cambiamento rendendo evidente in pochi anni quello che dovrebbe mutare nel ciclo di molti decenni. I fenomeni naturali oggi accelerati da alcuni processi di trasformazione dell’ambiente provocato dall’uomo, mettono in evidenza una fragilità ‘intrinseca’ dell’ecosistema costiero e gli interventi da fare dovrebbero essere di carattere ‘adattativo’, di ‘rinaturalizzazione’ del territorio.

Il fenomeno dell’erosione costiera si sta ‘mangiando’ da alcuni anni in Italia oltre il 42% dei litorali, le principali cause: l'esplosione ‘demografica’ di porti e porticcioli, gli insediamenti abitativi lungo le coste,  la concentrazione degli stabilimenti, la distruzione della posidonia, la pulizia meccanica delle spiaggia.

Il geologo Antonio Calamita, vicepresidente del WWF Agrigento, esprime la sua considerazione in merito alla dinamica del litorale agrigentino, ed in particolare all'intensa azione erosiva a cui è stata soggetta la costa della zona delle Dune.

"Sappiamo tutti benissimo che è molto difficile contrastare la natura nel suo naturale evolversi.

E allora, ponendo il problema in un altro modo, bisogna chiedersi cosa occorre fare quando, ad essere minacciata dall'erosione, è una linea di costa utilizzata da tanti cittadini, che è anche meta di turisti e su cui sorgono numerose e redditizie attività commerciali per la diretta fruizione del mare che danno lavoro a tante persone? Anche la futura pista ciclopedonale,di cui si aspetta da anni la realizzazione, è minacciata dalla mancanza di protezione della costa.

A questa domanda è certamente difficile rispondere. Ma occorre avere onestà intellettuale e non agitare soltanto i problemi senza dare alcuna risposta.

Ritengo che laddove non vi siano insediamenti o questi siano abusivi non occorre fare nulla perchè la dinamica dei litorali è una naturale evoluzione degli eventi.

Laddove invece vi sono attività economiche e la costa è a servizio dei cittadini e dei turisti, in questi casi, ritengo, occorra difendere il territorio operando in modo tale da tutelare anche l'ambiente marino. Significa nel caso in specie, per essere ancora più chiari manifestando liberamente il mio pensiero da tecnico, che occorre programmare un ulteriore piano di interventi di protezione del litorale più incisive, tenendo conto che le barriere frangiflutto e i ripascimenti sono soltanto soluzioni tampone che non fanno che spostare più a valle il problema erosivo, con spreco inutile di investimenti pubblici."